Aree di intervento

Psicologia della perinatalità

Il centro è uno spazio di diagnosi e cura attraverso la valutazione dell’equilibrio psicofisico dell’adulto e per un sano sviluppo psicofisico del bambino e dell’adolescente.

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Consultazione terapeutica perinatale | Consultazione antenatale: gravidanza | Consultazioni terapeutiche postnatali

In psicologia per “perinatalità” si intende il periodo che va dal concepimento fino al compimento del secondo anno di vita del bambino. È caratterizzato da grandi cambiamenti e trasformazioni che avvengono nella madre, nel padre, nella coppia e nel bambino, il quale passa dallo stadio di cellula fecondata a quello di piccolo essere umano, separato dalla madre e capace di interazioni complesse con l’ambiente.

Consultazione terapeutica perinatale

La consultazione terapeutica perinatale è uno strumento rapido ed efficace di prevenzione e cura del disagio psichico che può nascere nella madre, nella coppia e nel bambino, durante la gravidanza, il postpartum e nei primi due anni di vita del bambino. Le consultazioni perinatali si dividono in antenatali e postnatali.

Consultazione antenatale: gravidanza

Momento del ciclo vitale umano caratterizzato da intense, definitive ed irreversibili trasformazioni, la gravidanza molto facilmente può portare, anche per le forti pressioni sull’equilibrio biopsichico della gestante, ad uno stato di vulnerabilità emotiva ove conflittualità recenti e passate generano uno stato di sofferenza psichica che deve essere accolta, capita ed elaborata. È soprattutto nel primo e nel terzo trimestre che si rilevano momenti di maggiore fragilità: nel primo perché la futura mamma deve accettare i cambiamenti imposti dallo stato gravidico allo psiche – soma; nel terzo perché l’avvicinarsi del parto genera angosce legate all’integrità del proprio sé e alla paura della separazione.

Anche per il padre la gravidanza della compagna può generare angosce e momenti di destabilizzazione. Essi sono legati alle maggiori responsabilità ed ansie relative sia al benessere psicofisico della futura mamma e del nascituro, sia alla paura di non farcela a reggere il sovraccarico emotivo ed economico della situazione. Molti uomini tentano di fronteggiare queste difficoltà o fuggendo all’esterno, in un intensificarsi delle attività lavorative, o attraverso segnali di disagio e di richiesta di aiuto come malesseri e somatizzazioni. La gravidanza, introducendo il terzo, può intensificare il legame di coppia o destabilizzarlo. Pertanto, le consultazioni terapeutiche antenatali hanno lo scopo di aiutare sia la futura madre, sia il padre, sia la coppia a contenere ed elaborare le loro ansie, ed avvicinarsi al momento del parto in condizioni tali da evitare quei possibili scompensi legati alla traumaticità dell’evento nascita e del delicatissimo processo di diventare genitori.

Consultazioni terapeutiche postnatali

Più richieste di quelle antenatali, in quanto i neo genitori spesso si sentono incapaci di prendersi cura del bambino e temono di danneggiarlo, le consultazioni terapeutiche postnatali sono un valido strumento di aiuto e sostegno nella transizione alla genitorialità in quanto migliorano l’interazione emotiva tra madre e bambino e facilitano l’adattamento reciproco. I neogenitori hanno bisogno di sostegno nella acquisizione delle loro funzioni di caregiver e tale sostegno è spesso ricercato nella figura del pediatra che segue il bambino mensilmente nei controlli di salute. Se l’interazione emotiva è disarmonica, il sostegno del pediatra deve essere affiancato dallo psicoterapeuta perinatale, il quale interviene per individuare ed eliminare i circoli viziosi e patologici che si creano nell’interazione madre-bambino e genitori-bambino.

Dalla scarsa autostima e senso di inadeguatezza dei genitori può originare la depressione postpartum, frequente patologia che coinvolge la mamma, più raramente anche i papà, e che, se non curata, può incidere in modo negativo sullo sviluppo del neonato.

Nel nostro centro, accanto alla valutazione clinica ed a completamento della diagnosi, vengono somministrati l’Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), scala per la valutazione della eventuale presenza della depressione postpartum e L’Alarm Distress Baby Scale (ADBB), che valuta il ritiro sociale nei bambini dai due mesi ai due anni.

Il trattamento della depressione postpartum prevede psicoterapie focali brevi che determinano una buona remissione della patologia e migliorano l’interazione madre-bambino.

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