Disturbi del sonno, sogno e incubi nella prima infanzia

DISTURBI DEL SONNO

Tutti i genitori sanno che, tra le fatiche nel prendersi cura dei piccoli bambini, sono da annoverare i loro frequenti risvegli notturni con la conseguente implicita o esplicita richiesta di cure ed attenzioni in un momento in cui, dopo una lunga e faticosa giornata, avrebbero bisogno del fisiologico ristoro dato da una buona dormita.

Il ritmo sonno veglia del bambino alla nascita non è sincronizzato con quello dei genitori e, pur dormendo per più di venti ore durante la giornata, i risvegli notturni sono frequenti. Gradatamente il bambino si adatta al ritmo sonno veglia dei genitori ed i risvegli notturni diminuiscono in frequenza ed intensità quale segnale di un buon adattamento tra madre e bambino. Da ciò si deduce che un bambino, i cui bisogni sono soddisfatti e non ha patologie acute o croniche, tende ad adeguarsi ed a sintonizzarsi ai ritmi della madre e dell’ambiente.

Nel primo trimestre di vita i disturbi del sonno, come le coliche, i vomiti ed altri sintomi, se non rispondono alle correzioni dietetiche prescritte dai pediatri, sono un segnale di una difficile sintonizzazione tra madre e bambino e, in alcuni casi, nascondono una larvata depressione postpartum della madre che genera insicurezza e frequenti risvegli notturni nel bambino. Ricorrere allo psicologo perinatale può essere utile per stabilire o ristabilire una interazione adeguata tra madre e bambino e, quando è possibile, è anche importante coinvolgere il padre o l’intero nucleo familiare allargato. Le psicoterapie brevi possono risolvere situazioni cariche di criticità.

Dalla seconda metà del primo anno ed in particolare all’epoca dello svezzamento sono le angosce di separazione le principali responsabili dei frequenti risvegli notturni dei bambini che spesso non riescono a stare da soli nel lettino e corrono dai genitori angosciati a chiedere aiuto e conforto. I bambini più evoluti e dotati di una fervida vita immaginativa spesso raccontano di sogni spaventosi o di incubi. A volte è l’incubo il responsabile del risveglio sgradevole ed improvviso di notte.

SOGNO E INCUBI

Ma quanto e cosa sognano i bambini?

Studi neurofisiologici hanno dimostrato che durante l’intero periodo di sonno, la percentuale di tempo che viene usata dalla mente per sognare è molto più alta nei bambini rispetto agli adulti. Essa ha precisamente la durata dell’80% nei bambini prematuri e nel primo semestre del primo anno di vita. Si abbassa al 30% nella seconda metà del primo anno e nel giovane adulto si riduce al 20-25%. Se noi consideriamo che la durata del periodo di sonno rispetto a quello di veglia è nei bambini altissima rispetto all’adulto (un bambino nato a termine dorme 16,5 ore nell’arco delle 24 ore e diminuisce a 13 ore alla fine del secondo anno di vita), possiamo senz’altro affermare che gran parte della vita dei bambini molto piccoli è vita onirica.

Per quel che riguarda i contenuti del sogno la loro conoscenza è strettamente legata allo sviluppo del linguaggio ed al livello di sviluppo cognitivo raggiunto dal bambino.

Durante il primo anno di vita il contenuto piacevole o spiacevole di un sogno può essere compreso dall’adulto solo osservando le variazioni della mimica facciale, in quanto l’infante, incapace di parlare, non è in grado di raccontarlo.

Nel secondo anno di vita il bambino non riesce ad organizzare il racconto di un sogno con una trama magari complessa ma riferisce immagini che però non sono distinte e vengono mescolate con fatti reali e tale processo di confusione tra dati reali e immagini oniriche, può durare per tutta la prima infanzia.

Queste immagini sono create da esperienze di vita sia recenti che passate, da impulsi, desideri, paure e sono quindi dense di emotività. Esse, man mano che con la crescita aumenta la complessità della vita mentale si organizzano in racconti che rivelano l’aspetto più genuino e più creativo di noi stessi. Compaiono nelle immagini e nei racconti dei sogni genitori, compagni di gioco e animali domestici e a volte feroci.

Dai quattro anni in su, durante la fase edipica, si presentano nei sogni streghe, fantasmi, ladri, re e regine, serpenti, fuoco, acqua ad evidenziare le conflittualità che il bambino sta attraversando.

Durante la fase di latenza, dai sei ai sette anni in su, compaiono nei sogni figure autoritarie: professori, poliziotti accanto a compagni di gioco o di attività ricreative.

Questi contenuti evidenziano il tentativo che fa la psiche, durante il sonno, di riproporre e di risolvere, attraverso il sogno i principali problemi che sia i conflitti legati allo sviluppo che gli eventi a volte traumatici della vita impongono ai bambini.

SOGNI RICORRENTI

Sono generati da conflitti irrisolti o da eventi traumatici non elaborati. Essi segnalano il tentativo che fa la psiche per liberarsi da eventi sgradevoli ed il fallimento di questo processo.

COSA CI COMUNICA IL BAMBINO CON IL SOGNO?

Il bambino ci partecipa con il sogno la sua creatività o meglio ci fa conoscere l’artista nascosto e inespresso che c’è in ognuno di noi. Egli, difatti, come il pittore, durante il giorno entra in contatto, soprattutto con gli occhi, con la misteriosa bellezza del mondo e di notte, la ripropone nei sogni attraverso immagini e i racconti personalizzati sullo scenario della mente.

IL MONDO DEL SOGNO E IL MONDO DEL GIOCO

Sia il sogno che il gioco (parlo ovviamente di quello spontaneo) sono manifestazioni della creatività del bambino. Ma per poter giocare quest’ultimo ha bisogno del mondo esterno che manipola e con cui interagisce; il gioco inizia ed è possibile solo quando l’infante comincia a sentirsi separato dalla madre e la forma più primitiva di esso avviene quando il piccolo comincia a carezzare, tirare, mettere in bocca parti del viso o monili della genitrice come tentativo di riappropriazione o espulsione di quanto sente che non gli appartiene.

Il gioco, quindi, come il sogno, offre al bambino la possibilità di esprimere i suoi desideri, i suoi impulsi, i suoi conflitti. Esso però può essere condiviso con altre persone. Il sogno no. È un’attività molto più misteriosa, molto più segreta, che non sempre viene ricordata o condivisa e può avvenire solo in stato di completo isolamento dal mondo esterno.

CONSIGLIO DA DARE AI GENITORI

Non svegliare i bambini che stanno vivendo un incubo, anche se questo può essere doloroso. Non disturbare “l’artista durante il suo atto creativo” che ha la funzione di ristabilire l’equilibrio psichico rivisitando stati mentali spiacevoli.

 

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